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La Dipendenza Digitale

dipendenza digitale

Cosa significa  esperienza digitale dell’utente (UDE) o dipendenza digitale.

La dipendenza digitale o semplicemente  “digitale” può causare una forte dipendenza tra i suoi utenti, soprattutto tra  bambini e  adolescenti e suscita preoccupazioni tra genitori, insegnanti e il settore medico in generale, a tal punto che sono state avviate iniziative e perfino programmi per “disintossicare” gli utenti digitali.

Iniziamo con la definizione di dipendenza

E’ molto probabile che il digitale ci faccia esitare tra le due definizioni di dipendenza, quasi contraddittorie. La prima definizione, didattica: il digitale “diventa una consuetudine, un’abitudine che permette ad ogni individuo di appropriarsene e di farne un aspetto della propria vita quotidiana”. La seconda definizione, secondo la medicina: il digitale “crea una dipendenza dell’organismo e quindi uno stato di grande dipendenza nei confronti di una sostanza tossica”

La dipendenza dallo schermo

E’ un dato di fatto, i francesi sono sempre più connessi: 9 francesi su 10 sono collegati a Internet (+ 40% in 10 anni) e vi trascorrono in media 1 ora e mezza al giorno, su qualsiasi dispositivo. Inoltre, secondo uno studio Deloitte 2016, consultano i loro smartphones in media 26 volte.

Secondo Médiametrie, nel 2017  il tempo medio trascorso sul cellulare ha raggiunto  il 40% del tempo totale, addirittura il 65% del tempo  nella fascia tra 15-24 anni solo sul cellulare, ¾ dei francesi si collegano a un social network ogni mese e la metà di loro quotidianamente.

Negli Stati Uniti la dipendenza dallo schermo tra i giovani adolescenti, cioè il fatto di essere costantemente connessi, è quasi raddoppiata in 3 anni[4].

In Cina la dipendenza da Internet è addirittura considerata il primo problema di salute pubblica!

In Francia lo stesso campanello d’allarme: secondo l’indagine BVA pubblicata nel giugno 2018, il 67% degli intervistati francesi “ritiene di essere dipendente dalla connessione ai loro cellulari  mentre il 29% è “totalmente” dipendente”. La paura di perdere qualcosa di importante, o sindrome di FOMO “Fear Of Missing Out”, spinge molti utenti di smartphone a controllare compulsivamente il loro schermo. I ricercatori hanno dimostrato che questa eccessiva connessione crea problemi al cervello e scatena comportamenti estremi come violenza, depressione ma anche sintomi simili a malattie come bipolarità, depressione e persino l’autismo…..

Più tempo i giovani passano online meno dormono.

Secondo uno studio di  Sleep Medicine del 2017, gli adolescenti che trascorrono 5 ore al giorno online hanno il 50% di probabilità in più di non dormire rispetto ai loro coetanei che trascorrono solo 1 ora al giorno on line. L’analisi mostra che questo cambiamento si è verificato nel 2009, contemporaneamente all’incremento dell’uso degli smartphone. Gli autori di questo studio sostengono che la luce blu dei tablet  e degli smartphone interferisce con l’orologio del corpo  e con il ritmo naturale del sonno. In breve, gli studenti tendono a compensare questa mancanza di sonno sonnecchiando durante il giorno e non si contano gli effetti sulla salute per tale mancanza di sonno.

Per quanto riguarda la consapevolezza dell’ambiente circostante e la capacità di relazionarsi con gli altri, questo servizio trasmesso su France 2 è illuminante!

“Dico sempre ai genitori: “Quando date a vostro figlio un tablet o uno smartphone,

in realtà è come dargli una bottiglia di vino o un grammo di cocaina”.

Mandi Saligari, specialista dell’assuefazione:

Questa crescente iper-connessione attira i marchi e i loro obiettivi infatti  essi cercano con ogni mezzo, come abbiamo visto nel mio precedente articolo sulla ” prontezza digitale “,  di catturare l’attenzione degli utenti di Internet. Comunque, questa guerra di attenzione, questo desiderio degli utenti di Internet di essere sempre al corrente su quello che succede in rete è anche una delle cause della dipendenza digitale.

Orange France ha addirittura gestito con maestria l’argomento divulgando un’inserzione pubblicitaria sul tema della nomofobia, ossia l’eccessiva paura di essere privati del proprio cellulare o di una connessione a Internet. Sono state sviluppate applicazioni per aiutarci a regolare e ridurre l’uso del nostro smartphone ad esempio bloccando le notifiche o contando il numero di volte che controlliamo il nostro telefono:

La dipendenza ai videogiochi

L’età media del giocatore è passata da 21 anni nel 1999 a 34 anni nel 2017! I più grandi  giocano sempre di più, quasi il 50% di loro gioca regolarmente, questo certamente si è verificato grazie allo sviluppo delle tecnologie wifi e dello smartphone che hanno reso accessibile a tutti il gioco e hanno dato a ciascuno la possibilità di giocare ovunque essi si trovino. E… sorpresa (o meno)! Le donne che nel 1999 rappresentavano solo il 10% dei video giocatori adesso rappresentano la metà di tutti i giocatori!

Autore  Myriam Gorlier

Europeforyou.netTraduzione dal francese di Cetty Tripoli  

Articolo estratto  da  Digital Marketing & Business – EFAP

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